Prati di Caprara
I
Prati di Caprara sono una grande area (45,7 ha) ad ovest del
centro storico di Bologna, interclusa tra le espansioni urbane
novecentesche, l’Ospedale Maggiore e i fasci di binari che portano
alla stazione centrale e all’ex scalo ferroviario Ravone. Dismessa
da decenni dopo aver conosciuto utilizzi diversi e come ultimo quello
militare, si presenta rinaturalizzata in un rigoglioso bosco
spontaneo scrigno di biodiversità, che può costituire un prezioso
polmone ecosistemico per l’intera città, ma che l’Amministrazione
comunale, dopo molte promesse di trasformazione in parco pubblico, ha
inserito in un piano di valorizzazione immobiliare.
Nell’immagine
sottostante (tratta dal Poc - esecutivo dal 6/4/2016 con validità
quinquennale) si notano in blu il
posizionamento strategico centrale e l’ampiezza dell’insieme di
aree che costituiscono i Prati di Caprara e l’ex scalo Ravone.
Sotto
evidenziato l’ex scalo Ravone (fonte:
www.investinitalyrealestate.com/it/property/bologna-ravone/)
L’area
è attraversata da due corsi d’acqua, Ravone e Ghisiliera, nella
cui fascia di rispetto il Poc confina il parco mentre prevede
l’edificazione di tutto il resto, come si evince dallo schema di
assetto e dalla tabella sottostanti (fonte: Poc)
L’area
è attualmente di proprietà di INVIMIT, Investimenti Immobiliari
Italiani Sgr S.p.A., società a capitale pubblico emanazione del
Ministero dell’Economia e delle Finanze con “ruolo di cerniera
tra i soggetti pubblici, proprietari di ingenti patrimoni
immobiliari, e il mercato” (da www.invimit.it).
Il
Comune di Bologna attraverso il Poc ha posto le basi della
espropriazione di un bene straordinario che abbandono e natura hanno
donato alla città e, contro l’opinione di migliaia di cittadini
attivi, intende distruggere un patrimonio prezioso. In un’area
densamente popolata e in cui la presenza dell’Ospedale Maggiore già
catalizza ingenti flussi di mobilità.
I
Prati di Caprara diventano così oggetto di mercimonio. Oltre alla
grande quantità di abitativo, ingiustificata in una situazione di
esubero di offerta immobiliare, nell’area sono previsti una scuola,
anch’essa poco sensata in una fase di rovesciamento delle piramidi
di età e che in ogni modo avrebbe potuto essere allocata su una
superficie già edificata, attualizzando il mantra del riuso di cui
tanto si ciancia, e una “cittadella della moda”, un grande centro
commerciale della società tedesca ECE dedicato a marchi della moda
di massa, potente attrattore di traffico e inquinamento .
Un’occasione
irrepetibile che viene piegata alla cementificazione, in spregio alle
retoriche dello stop al consumo di suolo e alle raccomandazioni
nazionali ed europee “per la promozione di foreste urbane e
periurbane” (da Strategia nazionale del verde urbano del
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare,
maggio 2018).
Ma
la questione in ballo è ancora più ampia, l’operazione infatti è
finalizzata alla compensazione dei costi di ristrutturazione dello
stadio di proprietà comunale, gestito dal Bologna Football Club
attualmente dell’americano Saputo, disponibile ad anticipare il
danaro (una parte) per i lavori ma in cambio di succose
contropartite.
Intanto
sono partiti i lavori di disboscamento dell’area destinata alla
scuola, un panorama raccapricciante.
I
cittadini protestano da lungo tempo in maniera vivace e costruttiva:
nel sito Rigerenazione No Speculazione sono disponibili documenti informativi utili e fondati; nella pagina facebook gli eventi (spettacoli, performance, passeggiate, ecc.) e immagini.
A
fronte della mancata consultazione dei cittadini da parte
dell’Amministrazione Comunale, il Comitato rigenerazione no
speculazione ha promosso #parteciPrati, un Forum civico di
progettazione partecipata autogestito e supportato da esperti e
garanti; resoconti e materiali scientifici qui.
Sono
state raccolte più di 7.000 firme a favore del mantenimento del
parco; è ultimata anche la ulteriore raccolta di firme certificate
necessarie alla richiesta di Istruttoria pubblica in merito
alle previsioni di pianificazione; si è già svolta un’ udienza
conoscitiva presso la Commissione consiliare Territorio e
Ambiente a cui anche Italia Nostra è stata invitata. Il Bosco ai
Prati di Caprara è al primo posto dei luoghi del cuore del Fai.
Una
partecipazione civica straordinaria che testimonia con quanta
determinazione la cittadinanza chieda di cogliere l’occasione di un
grande parco urbano.
Anche
la sezione bolognese di Italia Nostra ha dato il proprio contributo
partecipando alla campagna in favore del parco attraverso un esposto
alla Soprintendenza (leggi qui) in cui si invoca la tutela del bosco in
applicazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio. La
risposta, desolante (leggi qui), configura un uso strumentale della
pianificazione, sempre duttile e derogabile per fini speculativi ma
una muraglia contro gli interessi collettivi.
La
sezione ha anche sottoscritto il “Manifesto per il bosco dei Prati di Caprara”, un documento di grande spessore tematico.