Il traffico che uccide i centri storici (da Italia Nostra nazionale)

La telenovela che da alcuni anni si trascina a Bologna sul Civis, l’invasivo filobus (oltre 18 metri), destinato ad attraversare il centro storico e la viabilità di impianto medioevale, può assurgere a simbolo di alcuni dei problemi che contribuiscono al degrado delle nostre città.
A partire da una mobilità che pare insofferente rispetto ad ogni regolazione, in gran parte privata ed altamente inquinante e quindi nociva per gli abitanti oltre che per i monumenti.
Questo strangolamento rappresenta uno degli ostacoli principali alle attività non solo di fruizione, ma anche di conservazione dei monumenti ridotti spesso, come le due torri felsinee o lo stesso Colosseo, al triste ruolo di spartitraffico.
Eppure, come ormai troppo spesso accade anche su altri versanti, gli organi deputati alla tutela del patrimonio culturale si rifugiano in operazioni di “mitigazione” superficiali e quasi sempre inadeguate a rimuovere le cause di danni sempre più profondi ed evidenti: dei giorni scorsi è la sconsolata (e contraddittoria) dichiarazione del Direttore regionale ai beni culturali dell’Emilia Romagna che pur ammettendo l’inopportunità del Civis, ne ha ribadito, l’inevitabilità dal punto di vista ammnistrativo.
A Bologna, come altrove, come sempre, Italia Nostra ripropone un sistema di pedonalizzazione progressiva dei centri storici che liberi il cuore delle nostre città e le restituisca ad un livello di qualità della vita adeguato alla loro importanza culturale.

Maria Pia Guermandi
(articolo tratto dal sito nazionale di Italia Nostra, consultabile qui)