Uno sfregio a Strada Maggiore

È estate, e come tutte le estati le strade non si paralizzano per il traffico ma per i lavori di manutenzione. Dopo gli analoghi interventi sulle vie Carbonesi e Barberia, anche Strada Maggiore è stata oggetto in data odierna (22 luglio) da un rapido blitz nel corso del quale, proprio all’altezza del portico dei Servi, si è proceduto a svellere i lastroni traballanti per sostituirli con ampie toppe di asfalto. Interessando uno dei punti a più alta concentrazione di monumenti architettonici della strada, l’intervento suscita sconcerto, non soltanto per i risultati prodotti a livello estetico. La pavimentazione attuale è frutto della rimozione dei lastroni di granito effettuata nel 1984, contro la quale “Italia Nostra” sollevò ampie proteste, ma appare comunque consona al decoro di una delle più belle strade di Bologna. L’intervento odierno, che si assomma a quello dell’anno scorso nell’ultimo tratto verso la Porta, appare un vero e proprio sfregio, certo non meno grave dei “graffiti” sui muri che tanto preoccupano l’attuale Giunta. Il fatto poi che il Comune non abbia ancora preso una decisione definitiva circa il dirottamento del “Civis” da Strada Maggiore fa sorgere ulteriori motivi di allarme. Ci si chiede insomma se l’intervento appena compiuto sia provvisorio o non prospetti piuttosto altre e più inquietanti intenzioni, che la nostra Città non può in alcun modo tollerare. Più in generale si vorrebbero dal Comune rassicurazioni circa l’esistenza di un piano di intervento sulle strade del centro storico, che nel 2004 il “codice Urbani” ha individuato come bene culturale da tutelare nella sua integrità.
Come storico dell’arte, resto poi sconcertato di fronte ai segni sempre più diffusi di una disaffezione per il volto antico della città, di cui questo non è che l’ultimo esempio. Si tratta di un disinteresse dovuto a motivi contingenti o, ipotesi più grave, da una vera e propria mancanza di cultura?

Daniele Benati
Presidente della sezione di Bologna di Italia Nostra
(pubblicato su “la Repubblica” ed. Bologna, 24.07.2009)