Italia Nostra contro il «museo della città»

Nel rispondere alle osservazioni di Alessandra Mottola Molfino, Presidente Nazionale di Italia Nostra, svolte all’interno di una giornata di studio dedicata ai Musei italiani, il Presidente della Fondazione Carisbo, non ha voluto raccogliere le questioni realmente in gioco.
Italia Nostra rimarca che le funzioni statutarie delle Fondazioni bancarie prevedono un’azione di fiancheggiamento e supporto alle istituzioni pubbliche. Pur riconoscendo gli importanti interventi di restauro svolti in numerosi palazzi ed edifici sacri della città, peraltro acquisiti dalla Fondazione e dunque di sua proprietà, insiste dunque nel ritenere dannoso dar vita a nuove istituzioni museali che, entrando ovviamente in competizione con quelle già esistenti, ne mettono ulteriormente in difficoltà la già precaria esistenza. Non crede cioè che intervenire a favore dei Musei pubblici equivalga a relegare il ruolo delle Fondazioni a quello di “supplenti dello Stato”.
Quanto al tema specifico del Museo della Città, così come viene illustrato dal Presidente della Fondazione Carisbo, si riduce ad un percorso pubblicitario degli interventi operati dalla Fondazione sulle sue proprietà, di grande valore culturale, ma privo di quegli elementi progettuali che possano trasformare una sequenza di alcuni importanti edifici in un “museo” vero e proprio.
Non solo Italia Nostra o la sua Presidente, museologa di fama acclarata, ma la città intera continua a ignorare il “progetto scientifico” in grado di rivestire di contenuti museografici le sedi e le collezioni acquisite dalla Fondazione Carisbo.
Infine, dal punto di vista urbanistico, Italia Nostra ripete la propria contrarietà alla nuova struttura architettonica inserita nella corte di palazzo Pepoli vecchio, in quanto non conforme alle leggi in vigore per il Centro storico di Bologna almeno al momento della concessione edilizia: le aree e gli spazi da sempre liberi all'interno della città storica non possono essere edificati o coperti neppure per servizi, per non alterare irreparabilmente quella relazione fra pieni e vuoti che costituisce elemento determinante al mantenimento del rapporto dei volumi architettonici e dell’identità del suo consolidato tessuto urbano.
Perché la Fondazione Carisbo e gli autori del progetto del Museo della Città non lo illustrano e lo discutono pubblicamente? Sarebbe un’iniziativa rilevante non solo sotto il profilo culturale per l’intera città.

Italia Nostra – Sezione di Bologna
(comunicato inviato alla stampa il 10 ottobre, parzialmente ripreso da «la Repubblica» il 17 ottobre 2009)