XXX Sprawltown e città sostenibile: indicazioni per la governance

Pubblichiamo questo progetto di ricerca del Professor GIOVANNI PIERETTI della facoltà di Scienze Politiche dell'università di Bologna (dipartim.Sociologia) perchè in esso viene fatta un'analisi sulle motivazioni che hanno portato all'attuale situazione di "città diffusa" (Sprawltown), alle sue implicazioni coi poteri locali ed al suo impatto DEVASTANTE sull'ecosistema.  Vuole essere l'inizio di una discussione seria sull'argomento e possibilmente dell'indicazione di alternative possibili per costruire un futuro migliore e perciò "sostenibile"
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Sprawltown e città sostenibile: indicazioni per la governance

• Abstract

La trasformazione culturale degli ultimi decenni (Baudrillard, 1990) implica un nuovo concetto di spazio che si avvicina sempre più a una dimensione frammentata e immateriale, fatta di segni e immagini effimere. Ecco perché emerge una domanda di città frastagliata e sempre meno legata a luoghi specifici in grado di produrre appartenenza e radicamento. Oggi invece la domanda di città sembra rispondere al bisogno rifkiniano di offrire un “biglietto di ingresso ad uno stile di vita”. Questa domanda di città “alla carta” implica il coinvolgimento di aspetti simbolici e dell’immaginario (Ross, 2002), come se il cinema, e la sua simbologia, influisse sulla creazione dell’immaginario riguardante la città.

Entro la cornice delle nuove domande di città analizzeremo due tendenze: la prima riguarda la richiesta di città diffusa, a volte in letteratura definita con i termini sprawl (Berube, 2000) e periurbano; la seconda una domanda di città sostenibile che punta a stili di vita e di consumo orientati alla sobrietà ed al risparmio delle risorse.

La prima parte della ricerca sarà dunque dedicata allo studio dell’evoluzione della città diffusa in Italia attraverso una analisi longitudinale di secondo livello. Successivamente si effettuerà una ricerca di primo livello su aree definite dello sprawl bolognese, fortemente attrattive per popolazioni tradizionalmente urbane. Si approfondiranno, con tecniche soprattutto di tipo qualitativo, inclusa la visual sociology e l’approccio della cinematografia, le ragioni che hanno spinto individui e famiglie a trasferirsi nella cintura periurbana bolognese, e le motivazioni che li spingono a permanere.

Nella seconda parte l’Unità di ricerca locale si occuperà dell’analisi di due micro-progetti ecocompatibili, il primo promotore del movimento “Stop al consumo di territorio”: il comune di Cassinetta di Lugagnano; il secondo delle “Città di transizione”: il comune di Monteveglio. Lo studio di queste due realtà, che sarà condotto in stretta collaborazione con i due Comuni, lo si effettuerà principalmente avvalendosi dello strumento della survey ma con lo scopo di raggiungere l’intero universo della popolazione residente.

In entrambi gli ambiti della ricerca verranno coinvolti gli attori direttamente implicati nei processi decisionali, nei settori della pianificazione e programmazione del territorio, ambiente e mobilità. In concerto con le amministrazioni, si giungerà all’elaborazione di una prospettiva realistica d’intervento, nel tentativo di disseminare e socializzare quelle che, alla luce della ricerca, saranno condivise come best practices, pur tenendo conto dei piani regolatori già in essere.

Il lavoro si articolerà, come detto, in due fasi. La prima sarà dedicata allo studio di quella che abbiamo definito domanda di città diffusa. Al fine di inquadrare tale modello insediativo si effettuerà una ricognizione della letteratura internazionale sul tema, procedendo con uno studio dettagliato della bibliografia nazionale. Seguirà un’analisi longitudinale dei dati sul consumo di suolo e sul processo di urbanizzazione, al fine di rintracciare le aree del nostro paese maggiormente interessate dall’espansione urbanistica. Ci concentreremo quindi sul caso di Bologna, dove il processo di suburbanizzazione ha preso il via a partire dagli anni Settanta e con esso quel fenomeno migratorio di decine di migliaia di residenti che hanno abbandonato la città a favore del periurbano. Mediante la tecnica di georeferenziazione dei dati, andremo a individuare due aree periurbane particolarmente significative per consumo di suolo e per concentrazione di nuovi abitanti provenienti dalla città compatta. All’interno di queste due aree andremo ad isolare alcune sezioni di censimento e, attraverso tecniche d’indagine qualitativa, approfondiremo in modo mirato la provenienza di questi soggetti, le ragioni dei loro spostamenti, le caratteristiche specifiche della mobilità individuale e infine se e in che misura sono soddisfatti della loro scelta insediativa.

La seconda fase della ricerca riguarda quella domanda di città sostenibile. Il nostro campo d’indagine in questa fase è rappresentato da due comuni italiani che, a partire dalle scelte di governance, (declinate in modo differente) ci sembrano particolarmente rappresentativi di quelle istanze, più o meno latenti, di uno stile di sviluppo e di vita “altro”, orientato alla sostenibilità. Si partirà da un’analisi approfondita delle caratteristiche morfologiche, storiche, demografiche dei due comuni. Particolare attenzione sarà rivolta ai piani regolatori degli ultimi cinquanta anni.

Vi è poi un aspetto ulteriore della ricerca, collaterale ai due oggetti, che si domanda quanto il cinema, e la sua simbologia, ha influito sulla creazione dell’immaginario riguardante la città, dagli anni Cinquanta a oggi.

• Settori di ricerca ERC (1 obbligatorio,1 facoltativo): SH3_1
• Parole chiave
n. Parola chiave (in italiano)                 Parola chiave (in inglese)
1 Città diffusa                                          Urban Sprawl
2 Città sostenibile                                     Sustainable City
3 Urban Governance                                Urban Governance

• Stato dell’arte

La domanda di città sempre più appare variegata, plurale e, per così dire, “alla carta”. La crisi dell’appeal della città tradizionale fa emergere richieste insediative molto diverse, a volte contraddittorie: alcune, almeno apparentemente, inserite entro il modello di sviluppo tradizionale, altre apparentemente innovative e attente al benessere collettivo ma, come vedremo, non prive di contraddizioni interne. In ogni caso la città sembra essere diventata, anch’essa, un oggetto del desiderio: alla sua riformulazione contribuiscono elementi che fanno ormai parte dell’immaginario collettivo. La domanda di città risente sempre più di aspetti simbolici, in primo luogo, anche se non solo, di ordine cinematografico, come nel caso della disneyana Celebration, nella quale si vende, e si cerca, un sogno da set (come del resto nell’advertising): villettopoli è il periurbano trasformato in status-symbol (Cervellati, in Bonora, Cervellati, 2009) e risente certamente dell’immaginario cinematografico e televisivo.

Il nostro paese ha visto, negli ultimi anni, uno sviluppo fortissimo della cosiddetta città diffusa, ovvero dello sprawl. Utilizzeremo i termini sprawl, città diffusa e periurbano come sinonimi nonostante le distinzioni semantiche siano notevoli. La trasformazione di cui parliamo è da ritenere un fenomeno di portata epocale: “oggi più del 50% del mondo abita in città e di questo ormai il 60% si trova in situazioni periurbane” (Ingersoll, 2004). Un modello insediativo, scrive Salzano a proposito dello sprawl, che mostra “bassa densità, opportunità di espansione illimitata, specializzazione e segregazione degli usi del suolo, sviluppo discontinuo, assenza di pianificazione di area vasta, prevalenza del trasporto su gomma, frammentazione amministrativa e pianificatoria, divari nel prelievo fiscale locale, grandi strutture commerciali, scoraggiamento implicito delle abitazioni per gruppi a basso reddito” (Salzano, in Gibelli, Salzano 2006).

Da alcuni studiosi il diffondersi dello sprawl è stato visto, almeno fino a qualche tempo fa, come una sorta di valore aggiunto; l’espansione urbana è stata lodata da più parti: l’urbanizzazione infatti viene sempre motivata da buone intenzioni, la spinta al consumo di territorio è venduta all’opinione pubblica come una necessità dell’economia, che avrà certamente ricadute positive sul benessere dei cittadini. In realtà l’attuale dispersione urbana consuma molto più suolo rispetto al normale sviluppo urbano, in particolare se le nuove aree sono create con una bassa densità abitativa. Oggi l’edilizia è diventata l’attività umana a più alto impatto ambientale, responsabile del consumo di risorse naturali e della produzione di rifiuti e gas. Peraltro, dal punto di vista sociologico, il fenomeno della città diffusa sembra manifestare una spinta ad allontanarsi da alcune delle caratteristiche salienti della città, vale a dire l’eterogeneità, il confronto, l’apprendimento dal diverso (Hannerz, 1992).

Per ciò che afferisce poi le amministrazioni locali e, in generale, dal punto di vista della governance del territorio, poco o nulla è stato fatto per contenere l’espansione illimitata della città all’esterno: anzi, in molti casi, le politiche urbanistiche diffusive sono state incentivate dal sistema politico.

Allo stesso tempo emerge nel nostro sociale, ancora in parte allo statu nascenti, un pattern abitativo, una domanda di città “altra”, orientata alla ricerca di modelli di sviluppo volti alla sostenibilità.

Oggi sappiamo che le minacce all’ecosistema hanno raggiunto una dimensione allarmante (Stern, 2009). Questo allarme è stato compreso da molti che, spesso senza sapere bene come tradurre ciò in comportamenti concreti, manifestano la richiesta di stili di vita nuovi, orientati a forme più sostenibili in cui il consumo di territorio e di energia, e più in generale ogni forma di spreco, vengono combattuti: come ci ricorda R. Ingersoll, essere ecologicamente corretti quando si costruisce può risolvere soltanto in parte il problema dello squilibrio ambientale. Viene espressa da più parti una critica decisa allo sviluppo che abbiamo conosciuto e che conosciamo; nelle parole di Pasolini: sviluppo senza progresso. Realtà emergenti sono invece convinte che occorra una sterzata decisa in senso ambientale, da un lato, e dall’altro un contenimento dello spreco di risorse. Il nostro convincimento è che, ancora appunto allo stato embrionale, vi sia la richiesta di una città diversa e migliore che, negli ambienti urbani tradizionali fatica ad emergere poiché, tra l’altro, i meccanismi della partecipazione politica sono delegati a soggetti istituzionali e paraistituzionali non ancora pronti a recepire rapidamente tali istanze. Ecco perché il nostro studio si concentrerà su due realtà non urbane che costituiscono le punte avanzate di una domanda più ampia di ambiente, e di città, sostenibile.

Vi è chi avverte un’ esigenza più ampia di uscire dalla cultura del surplus e di ritrovare orientamenti valoriali autenticamente sostenibili e di investire risorse sulla comunità locale. Ciò che non è ancora stato metabolizzato dal sistema politico è probabilmente già presente nel cosmo di valori e atteggiamenti di molti. Il fatto che non lo si veda ad occhio nudo non significa che, tra le culture e le subculture italiane, non vi sia una disposizione ed una sensibilità ambientale da slatentizzare.

In questo quadro, in Europa vanno emergendo esperienze di nicchia (BedZed in Gran Bretagna e Vauban a Frieburg in Germania, tra le altre) che sembrano reagire all’immagine di spazio teorizzata da Baudrillard e che appaiono ricercare nuove forme di socialità che si aggregano, probabilmente ancora in maniera confusa, attorno all’idea di sostenibilità, di rispetto per l’ambiente, di attenzione per le produzioni agricole biologiche e biodinamiche.

In Italia tali punte avanzate non hanno ancora trovato espressione compiuta all’interno di realtà urbane significative; esse si sono sviluppate in contesti ambientali ristretti e poco densamente popolati: eppure, a nostro avviso, tali esperienze sono portatrici di istanze più ampie e condivise che necessitano di slatentizzarsi compiutamente a livello di ambienti urbani complessi.


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Descrizione del progetto e dei compiti dell’unità di ricerca

Prima parte

Per quanto riguarda il versante della domanda di città diffusa, il nostro studio prevedrà le seguenti tappe:

1) una fase di analisi preliminare che servirà ad approfondire la bibliografia sullo sprawl, sul periurbano e sulla città diffusa, prima a livello internazionale (prevalentemente statunitense) e poi all’interno del panorama italiano. Nella prima fase della ricerca tenteremo di rispondere alla domanda su quanto il cinema e la sua simbologia ha influito sulla creazione dell’immaginario riguardante la città, dagli anni Cinquanta a oggi. Impossibile non fare riferimento al corpus del cinema americano che nella sua fase classica ha imposto al mondo intero la sua way of life. Parallelamente sarà compiuta una ricerca sulla fotografia dei grandi autori statunitensi che ha anch’essa fortemente influenzato la raffigurazione cinematografica della città.

Nella seconda fase analizzeremo il cinema italiano dal dopoguerra a oggi, concentrandoci nell’ultimo ventennio per cogliere gli indizi di anticipazioni (vedi Antonioni), di analisi e riflessioni sulla condizione urbana, ancora una volta premonitrici di esigenze che emergeranno solo nell’ultimo decennio.

2) Uno studio longitudinale sui dati quantitativi italiani (dal 1951 ad oggi) riguardanti il consumo di suolo, l’urbanizzazione e lo sviluppo del periurbano. Ciò allo scopo di evidenziare il “peso” dei fenomeni in oggetto.

3) Si prenderà la città di Bologna come campione: la scelta è motivata dal fatto che il capoluogo emiliano rappresenta il luogo in cui il fenomeno in oggetto è iniziato.

Ci si concentrerà in particolare sull’analisi dei dati statistici riguardanti la migrazione di popolazione da Bologna alle aree del periurbano, soprattutto a nord.

4) Seguendo un procedimento “ad imbuto”, si selezionerà, avvalendosi anche dello strumento della georeferenziazione dei dati tramite GIS, come supporto per rappresentare gli spostamenti, un’ area del periurbano bolognese dove si sono maggiormente sviluppati, parallelamente e in modo molto marcato, due fenomeni: quello del consumo di suolo e quello della migrazione di popolazione.

5) Si intende poi isolare alcune sezioni di censimento dell’area oggetto di analisi e approfondire, con strumenti di natura qualitativa (interviste approfondite non strutturate, prevalentemente):

- la zona di provenienza dei soggetti che hanno deciso di spostare lì la propria residenza, per analizzare le caratteristiche non solo dell’area di destinazione ma anche di quella di partenza;

- le motivazioni che sono state alla base di tale scelta;
- le caratteristiche della mobilità individuale di tali soggetti;
- il livello di soddisfazione, mediante un bilancio di vantaggi e svantaggi, rispetto alla scelta effettuata.

Seconda parte

Lo studio della domanda di città sostenibile consisterà in primo luogo nella scelta di due comuni italiani che si distinguono per avere attuato delle pratiche virtuose rivolte verso la sostenibilità ambientale. Si tratta dei comuni di Cassinetta di Lugagnano, in provincia di Milano e di Monteveglio, in provincia di Bologna. L’obiettivo ultimo è quello di identificare le best practices presenti nei due progetti pilota allo scopo di valutarne la trasferibilità all’interno di contesti urbani più complessi.

Grazie al coinvolgimento degli attori istituzionali protagonisti di tali progetti, con i quali già ora il gruppo di ricerca intrattiene relazioni privilegiate, si effettueranno i seguenti steps:

1) Un’analisi delle caratteristiche morfologiche, storiche e demografiche e uno studio longitudinale dei piani regolatori elaborati dai due comuni negli ultimi 50 anni.

2) Studio delle delibere comunali che hanno contribuito allo sviluppo delle politiche (soprattutto urbanistiche e sociali) orientate alla sostenibilità attuate dai due comuni, per vedere come sono nate, che attori sono stati coinvolti e come è stato costruito il processo di creazione del consenso tra i cittadini e i rappresentanti delle imprese.

3) Avendo come oggetto di studio le scelte effettuate all’interno di questi due comuni, ci serviremo della somministrazione di un questionario-intervista, appositamente costruito e pretestato, all’universo dei residenti in tali territori.

Il progetto che veniamo qui proponendo ha tra i propri risultati attesi la volontà di costituire una base di conoscenza per i decisori politici e per gli attori istituzionali coinvolti nel governo del territorio. I risultati della ricerca – prima ancora di essere organizzati in forma definitiva e resi pubblici – saranno discussi con un panel di amministratori pubblici e decision maker locali. Ciò allo scopo di verificare la loro rilevanza rispetto alle politiche locali e la loro utilizzabilità nei processi decisionali tanto delle amministrazioni pubbliche che dei soggetti del più ampio sistema della governance del settore. L’analisi così condotta permetterà un fine tuning dei risultati e consentirà una loro migliore utilizzabilità – così come previsto dal progetto – da parte delle istituzioni interessate.

La fase di disseminazione dei risultati consisterà in una pubblicazione specifica in grado di costituire un punto di partenza per un ripensamento complessivo delle politiche territoriali delle aree oggetto di studio.