Due Torri: una "sveglia" alle soprintendenze

Nel momento in cui le preoccupazioni circa la sicurezza delle Due Torri e di altri monumenti del centro storico di Bologna toccano l’opinione pubblica attraverso il risalto ottenuto sulle prime pagine dei quotidiani non solo locali, offrendosi a strumentalizzazioni di vario tipo da parte delle forze politiche in campo, colpisce la mancanza di prese di posizione nette da parte degli organi ministeriali delegati al controllo e alla tutela del patrimonio artistico nazionale.
Italia Nostra, che da molto tempo si è fatta parte attiva nel segnalare, anche con espliciti atti di denuncia, il problema posto dall’attraversamento del centro storico non solo da parte del Civis, ma più in generale del traffico pesante, ed ha per prima indicato come soluzione non più procrastinabile un progetto serio di pedonalizzazione, ritiene che la discussione in merito a tali temi debba tornare alle sedi competenti, ovvero alle Soprintendenze, che finora hanno assecondato con colpevole inerzia un progetto sciagurato, nato male e portato avanti peggio.
Solo da quelle sedi può provenire un’azione decisiva a favore del patrimonio monumentale di una delle città più belle d’Italia, e non solo per alcuni monumenti famosi (le Due Torri non sono i soli edifici la cui sopravvivenza è messa a rischio dal traffico cittadino), ma soprattutto per l’ammirevole continuità del suo tessuto storico.
Italia Nostra, e con lei i cittadini, non si fida più delle promesse elettorali e pretende da chi di dovere atti finalmente concreti e responsabili.

Daniele Benati
Italia Nostra - sezione di Bologna

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Replica della direttrice dei Beni culturali Carla Di Francesco, Corriere della Sera - 06 marzo 2011


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Risposta all'Architetto Di Francesco
 
Non sappiamo se "il peccato originale" della Soprintendenza (ne parla la Direttrice regionale per i beni culturali), che risale al 2001 con la conferma del 2006, sia stato commesso in un apposita conferenza di servizi o se abbia avuto comunque valore di autorizzazione nelle forme prescritte dall'art. 21 del Codice dei beni culturali. E se anche fosse, sono passati dalla più recente determinazione ben cinque anni, nuovi e decisivi elementi di conoscenza sono stati acquisiti e se si riconosce che quello fu un peccato, cioè un errore, nulla vieta, anzi la buona amministrazione impone, che all'errore sia posto rimedio, quando ancora i lavori non hanno interessato il percorso critico che sfiora le torri e penetra il centro monumentale di Bologna.

L’arch. Di Francesco non può insomma accusare i predecessori ricalcandone il parere. Se adeguatamente motivato, e come nella specie doveroso, l'atto di autotutela, espressamente previsto dall'ordinamento, resiste ad ogni contestazione. L'errore non è dunque irreparabile e Italia Nostra denuncia che non lo si voglia riparare.

Daniele Benati
Italia Nostra - sezione di Bologna