Demolizione VIII agosto. Italia Nostra lancia l'allarme: i nuovi strumenti urbanistici mettono a repentaglio il centro storico di Bologna. Invito alla conferenza stampa

La demolizione di un edificio in piazza VIII Agosto, alla quale anche la stampa ha dato risalto nel corso dell’estate, conferma le preoccupazioni già nutrite da “Italia Nostra” in seguito all’entrata in vigore nel 2009, negli ultimi mesi della giunta Cofferati, del nuovo RUE - Regolamento Urbanistico Edilizio” e degli altri strumenti della pianificazione urbanistica comunale che gli si accompagnano (PSC, POC).

Soppiantando i princìpi del recupero urbano che proprio a Bologna erano nati e da Bologna si erano diffusi, il RUE affida di fatto al singolo progettista, che interviene su un edificio del centro storico,“le valutazioni di merito sulla individuazione delle parti di pregio storico-culturale o testimoniale”, da conservare o meno.

A “Italia Nostra” questa disciplina, estremo esito della volontà di snellire ed accelerare, preoccupa molto. E allo stesso modo deve preoccupare gli organi ministeriali (la Soprintendenza e le Direzione Regionale) impegnati, pur oltre i limiti dei formali vincoli, nella tutela del patrimonio storico, messo a rischio da una “semplificazione istituzionale” che, di qui in avanti, lascia presagire le forme di intervento più incontrollabili.

Nell’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica e preannunciando una denuncia a livello nazionale rivolta anche alla stampa estera, la sezione di Bologna di “Italia Nostra” indice sul tema una conferenza stampa, alla quale prenderanno parte l’arch. Pierluigi Cervellati, il prof. Andrea Emiliani e l’arch. Elio Garzillo.

La Conferenza stampa avrà luogo martedì 25 ottobre, alle ore 11, nella Sala Laurea del Museo di Zoologia, in via Selmi 3 (I piano).

Si auspica una nutrita partecipazione degli organi di comunicazione.

Ampia documentazione sarà distribuita sul posto.


Il Presidente di Italia Nostra Bologna Prof. Daniele Benati

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Anche chi non ha dimestichezza con gli acronimi PSC, POC e RUE (i tre strumenti della Pianificazione Urbanistica Comunale di Bologna entrata in vigore nel 2009) può esaminare le tavole esplicative del RUE, facilmente reperibili, e rendersi conto che, a parte un certo numero di edifici “tutelati”segnati in colore marrone, la maggior parte degli edifici del centro storico di Bologna vi sono contrassegnati con il colore rosa.


Quel colore contrassegna gli edifici “di interesse documentale” (ovvero gli edifici che testimoniano il “carattere stesso del paesaggio urbano”) e, ad essi, vengono applicati l’art. 57 del RUE medesimo e l’art. 25 ad esso collegato.

Con solo due articoli vengono eliminati di botto tutti i princìpi del Recupero Urbano, la disciplina che proprio a Bologna era nata e che da Bologna si era diffusa quale modello urbanistico fino a ricevere un’eco internazionale.

Su quegli edifici (che sono la maggioranza sulla totalità dell’edificato, restituito nelle planimetrie non senza errori evidenti):

“si opera con le modalità progettuali e le tecniche operative del restauro applicate solo alle parti di pregio storico-culturale o testimoniale, individuate come tali dal progettista sulla base di opportune verifiche e approfondimenti conoscitivi. Gli interventi edilizi ammessi sono: manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia”. Ma “la demolizione, intesa come intervento autonomo volto a rimuovere, in tutto o in parte, manufatti preesistenti legittimi, è assimilata a intervento di manutenzione straordinaria”.

E, con questo, il cerchio sembra chiudersi.

I primi casi di concreta applicazione di questi princìpi sono davanti a tutti ed hanno avuto un primo “riscontro di stampa”, riferito peraltro al singolo episodio piuttosto che alle “regole” cui quei casi facevano capo.

Quello che lascia stupita l’Associazione “Italia Nostra” è anche il fatto che questa evidente bomba ad orologeria, estremo esito della volontà di snellire ed accelerare nel settore dell’edilizia, sia stata concepita ed innescata senza dibattito di sorta, senza che i cittadini bolognesi potessero rendersi conto di quello che può avvenire alla città, e che anzi è stato programmato che debba avvenire.

A “Italia Nostra” questa disciplina preoccupa molto, perché le conseguenze (in caso di sua massiccia applicazione) non possono che essere esiziali per la Città e per il suo Centro Storico.
Preoccupa anche la possibilità che un’analoga disciplina possa, nel silenzio generale, estendersi ad altre città e ad altri centri storici, nella Regione e altrove.

Vista la gravità (e l’estensione) della disciplina in questione sul territorio, “Italia Nostra” ritiene necessario sensibilizzare adeguatamente l’opinione pubblica e preannuncia sin d’ora altre iniziative di denuncia a livello nazionale.

Italia Nostra Sezione di Bologna