Giù le mani da piazza Verdi – Comunicato stampa


Come annunciato tornano in Piazza Verdi e dintorni i container per l’edizione estiva del Guasto Village che non si discosterà quindi dalla precedente, già ampiamente vituperata da cittadini e associazioni.  Al posto della mostruosa torre metallica al centro della piazza verrà allestito un palco per musica e incontri alla cui gestione  sono andate le briciole dell’investimento previsto dal Comune. Alla faccia della cultura che doveva presiedere l’estate in zona universitaria! Ad aggiudicarsi la cifra di 150.000 euro sono invece i soliti noti per l’installazione di dieci container: insomma tutto come da copione, tenacemente e pervicacemente. Dovremo attenderci un nuovo nulla osta da parte della Soprintendenza che concede permessi temporanei sapendo che non lo saranno, a fronte di una nuova stagione di bruttezze, rumori, inquinamenti ambientali, pericoli e spaccio? Il Teatro Comunale si smarca, e fa bene, dal programma di Piazza Verdi, ma ne verrà inevitabilmente investito se non travolto.  Quei container sono un insulto al luogo e alle sue forme, senza rispetto e nemmeno senza utilità, buoni da area industriale o da cantiere, posati a caso ( come peraltro tanti arredi in altre piazze storiche della città) per ospitare l’ennesima mescita di birre e la dispensa di salsicce e panini quasi non ci fossero locali in zona per rifocillarsi. Si voleva dare spazio ad un circuito in cui la cultura primeggiava? Bisognava allora pensare  a chioschi dove si vendono libri e dischi, dove l’informazione e la conoscenza avessero il primato, dove si potesse camminare e vedere senza sussulti traumatici o pericoli connessi alla microcriminalità, altro che cibo a volontà. In questa perseveranza, senza gusto e senza rispetto, c’è dell’inquietante, perché potrebbe portare ad un contagio ancora maggiore investendo altre parti della città in nome di una crescita turistica senza controllo e senza idee: riempire le piazze tanto per colmare il vuoto non ha senso, tanto più in contesti storici di altissimo profilo come la via Zamboni, Piazza Verdi, Largo Respighi e il Guasto che necessitano di ripuliture, di interventi manutentivi, di razionalizzazioni per la viabilità e di progetti alternativi per il verde.  Italia Nostra ancora una volta denuncia una simile superfetazione richiamando al contempo – e non si stanca di farlo- l’autentico valore culturale della città storica che parte dal rispetto delle forme e delle funzioni ad esse connesse. Cultura vuol dire anche esercizio della tutela, quella che manca nella zona universitaria dove ancora, dopo anni, palazzi di grande pregio restano vandalizzati da pitture e imbrattamenti di vaste dimensioni, di cui si sanno gli autori rimasti però impuniti, e perciò stesso autorizzati a proseguire nelle loro azioni contro il patrimonio pubblico. Inserire in un contesto già “malato”nuovi elementi impropri, al solo scopo commerciale, significa alimentare quella diseducazione alla familiarità con il retaggio del passato che affligge oggi la nostra società.
Italia Nostra- sezione di Bologna
6 maggio 2018