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Visualizzazione dei post da 2012

Come a L'Aquila? No, peggio

La legge sulla ricostruzione dell’Emilia Romagna completerà l’opera del terremoto. E le soprintendenze di rincalzo: “dov’era, ma non com’era!”  Se all’Aquila un mix di insipienza e prepotenza ha pregiudicato la rinascita del meraviglioso centro storico abruzzese, le norme elaborate dalla Regione Emilia Romagna si propongono di fare molto peggio e in nome di uno pseudo efficientismo, del risparmio energetico, della sicurezza consentono, dietro la semplice dichiarazione di un tecnico, di demolire tutti gli edifici storici danneggiati, aggirando le disposizioni di tutela previste dalla pianificazione comunale . Se all’Aquila non sono stati in grado di concludere nulla, hanno   procurato guai solo in quel centro storico : in Emilia Romagna propongono di estendere a tutti i centri e nuclei storici terremotati le nuove norme, degne del piccone demolitore. Per ora esse riguardano i comuni colpiti dal sisma ma presto, siamo facili profeti, saranno estese a tutti i cen

Cemento et circenses nella pianura bolognese

“Romilia”, con nuovo nome, “centro sportivo dedicato ai giovani”, però con gli stessi contenuti poco attinenti allo sport e ai giovani, si sposta di qualche chilometro –da Budrio a Granarolo- e si attacca al famigerato “Passante Nord”, ridotto ad “Asse Intermedio di Pianura”, più corto e ancor più vicino alla Tangenziale, non meno inquinante e devastante l’orditura agricola della pianura. Budrio si consola con un doppio mastodontico gassificatore di bio masse a ridosso di una stupenda “zona umida”, ultimo residuo di valli e bassure, ricco di fauna e avio fauna e di alberi secolari. Un luogo spettacolare che per far funzionare il gassificatore sarà soffocato dalla mono cultura del mais e dal puzzo della sua fermentazione (con il timore che possa anche scoppiare). Gli amministratori provinciali e comunali non avevano sempre sostenuto: mai più consumo del suolo, solo mobilità sostenibile e difesa del paesaggio e della campagna? Con il centro sportivo /direzionale/ di s

XXX CINEMAMBIENTE 2012

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CinemAmbiente, dopo il successo dell'edizione 2012, non si ferma per l'estate. Tante le iniziative legate al progetto CinemAmbiente Tour, attraverso il quale il Festival organizza proiezioni in collaborazione con enti, associazioni, comuni ed altri festival per continuare a promuovere le tematiche ambientali attraverso il cinema. Scopri il calendario e i nuovi titoli disponibili dall'edizione 2012 Il 5 giugno scorso si è conclusa la 15^ edizione di CinemAmbiente, ora è il momento di tirare le somme del festival, che si conferma come manifestazione di riferimento a livello internazionale per i film e documentari di tematica ambientale. Il successo dell'edizione 2012 si può sintetizzare in pochi ma significativi punti: -sono stati presentati 103 film provenienti da 20 paesi -numerosi momenti di riflessione e confronto, dalle ecoletture ai dibattiti agli incontri con autori ed esperti. -hanno partecipato 100 ospiti nazionali e internazionali: registi, produt

No alla Bologna "arlecchino" autorizzata dal RUE

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Bologna, 7 ottobre 2012 Comunicato stampa Bene ha fatto la Soprintendente Paola Grifoni a richiamare con la necessaria durezza il Comune alle sue responsabilità in merito all'anarchia cromatica che ormai regna indisturbata persino nel cuore del centro storico di Bologna. Lo sguaiato color rosso-fragola, come l'ha definito senza mezzi termini Andrea Emiliani, del nuovo palazzo di piazza VIII Agosto appare una vera e propria provocazione da parte di chi ne ha diretto i lavori di demolizione e ricostruzione, dopo che già "Italia Nostra" aveva sollevato motivate preoccupazioni circa l'inadeguatezza del RUE - Regolamento Urbanistico Edilizio, che dal 2009 ha sostituito il precedente PRG/Centro storico. Se, come afferma l'Assessore all'Urbanistica Patrizia Gabellini, mancano gli strumenti per intervenire in questo e in altri simili casi, è proprio perché, contro ogni moderno principio di salvaguardia della città storica, il RUE prevede

Salvatore Settis. Il dopo-terremoto: demolire o ricostruire?

Dall'intervista di Francesco Romani della Gazzetta di Mantova a Salvatore Settis ( link ) «I centri storici distrutti dal terremoto vanno ricostruiti e i monumenti salvaguardati». Salvatore Settis, archeologo di fama mondiale, ex direttore della Normale di Pisa ed ex presidente del comitato scientifico di Palazzo Te voluto dal sindaco Brioni che lo scelse anche come suo consulente in campo culturale, mette in guardia i mantovani dall’adottare, per la ricostruzione, il modello dell’Aquila. Attacca l’assessore provinciale Grandi, definito un “Attila” e chiede al Governo di trovare i soldi per il dopo sisma dalla lotta all’evasione fiscale e da una tassa sulla transazioni finanziarie. L’assessore provinciale all’ambiente, Alberto Grandi, sostiene che è meglio abbattere le chiese e i campanili pericolanti e ricostruire un nuovo tipo di socialità nei vari paesi colpiti dal terremoto. Cosa ne pensa? «Penso che Attila non poteva dichiarare di meglio. Il fatto di avere un assessore

Giovanni Losavio: per il patrimonio storico e artistico ferito dal sisma in Emilia centralismo, burocratizzazione, tutela mortificata

Con una singolare se pur casuale tempestività il Consiglio dei ministri, approvando il decreto legge (n. 59 del 15 maggio) che riordina e potenzia il servizio nazionale di protezione civile, è giunto a darsi il rinnovato strumento per governare gli effetti del sisma che meno di cinque giorni dopo avrebbe colpito l’Emilia. La più rilevante (e inquietante) innovazione del provvedimento legislativo d’urgenza: il potere di ordinanza “in deroga ad ogni disposizione vigente”, riserva fino ad ora della responsabilità politica al più alto livello – il presidente del consiglio -, è conferito al capo del dipartimento della protezione civile. E appunto, deliberato dal governo lo stato di emergenza nei territori delle province di Bologna, Modena, Ferrara e Rovigo, il capo della protezione civile ha inaugurato quel potere con le ordinanze del 22 maggio e del 2 giugno che minutamente organizzano gli interventi di soccorso, apprestando i necessari mezzi al riguardo, e in nessun modo conside

Cervellati sul pericolo di abbattimento della ciminiera del Mulino Parisio, Bologna

Far saltare i monumenti, per quanto disastrati dal terremoto, usare esplosivi, scapitozzare o abbattere ciminiere storiche come quella in località Mulino Parisio, significa menomare l’identità di un luogo. Lo fecero i nazisti per sfregio. Di recente lo hanno fatto i Talebani. Si fa ora in nome   della sicurezza. La sicurezza è prioritaria. Sempre. I monumenti devono essere tutelati, salvaguardati, mantenuti e se del caso, puntellati e restaurati. Sempre. C'è anche una legge regionale (o c'era) in cui si vietava la demolizione delle ciminiere. E' uno scandalo la incredibile manomissione della secolare, seicentesca ciminiera simbolo di un’intera zona. Unico luogo notevole della tutt’altro che qualificata zona sud/sud-est di Bologna. Parte integrante (e perciò intangibile) della sua storia materiale e civile.   A nome del consiglio direttivo di Italia Nostra di Bologna,   Pier Luigi Cervellati

Elio Garzillo. Fantasmi per una strana disfatta: demolizioni di monumenti nel 2012?

Con il terremoto sono riapparsi, in velocità, subdoli e dimenticati fantasmi. Si è tornati anzitutto a far distinzione fra edilizia di maggiore o di minore valore . Un argomento culturalmente superatissimo, ma determinante per legittimare e giustificare ogni azione di pulizia etnica nel campo dell’edilizia. Gli edifici antichi e il patrimonio diffuso, fino a pochi giorni or sono nostro volto e nostra memoria collettiva, sono improvvisamente apparsi come pietre mute quando non possibile incombente rischio . Anche perché le strutture statali di tutela, istituzionalmente demandate proprio alla salvaguardia di “quei beni”, hanno subito dimostrato -quasi agendo contro natura- una inedita disponibilità ad autorizzare o tollerare demolizioni. Non hanno convinto “gli altri” e non hanno agito “in proprio”. Non hanno preso le attese decisioni responsabili e comunque finalizzate alla salvaguardia del patrimonio, mettendo in atto (con altrettanta urgenza) interventi di messa in s

XXXX Terremoto in Emilia. DA ROVIGO UN CONTRIBUTO SIGNIFICATIVO

( Donata Fischetti, Presidente della sez. di Italia Nostra di Rovigo, si è mossa così: )   Cari amici,  questa è la comunicazione che domani mi appresto a inviare ,via fax ,al Prefetto di Rovigo, alla Soprintendenza di Verona e alla Curia di Ro. Potete inviare una comunicazione simile all'indirizzo del coordinamento SISMA 2012 (n.d.r. SISMA 2012 è l'indirizzo del coordinam. Regionale di Italia Nostra per il terremoto) con i vostri numeri di riferimento,oltre quelli di Adelmo Lazzari che si è dichiarato disponibile a venire in Emilia. Donata ************** (Ed ecco il testo della comunicazione citata da Donata:)        Al Prefetto di Rovigo        Dott. Romilda Tafuri        via Ricchieri,12        45100 Rovigo                                                                                                                 Al Soprintendente       arch.Gianna Gaudini        p.zza S. Fermo, 3        37121 Verona                                             

Terremoto in Emilia. Iniziamo a fare sul serio (Italia Nostra San Felice sul Panaro)

Anna De Rossi, Presidente della sez.di I.Nostra di S.Felice sul Panaro scrive al suo Sindaco, Silvestri, e descrive le iniziative attivate finora per rispondere all'Emergenza- 24 maggio 2012 Egregio Signor Sindaco, ho atteso qualche giorno prima di scriverLe pensando ai gravissimi impegni che è chiamato ad assolvere. Nel frattempo ho attivato i miei contatti con la sede nazionale dell'associazione e la Presidente Mottola Molfino ha comunicato la massima disponibilità per portare un supporto in primis alla Sua Amministrazione e alla Soprintendenza. La Presidente è una voce autorevole e importante che può sostenere e amplificare le nostre richieste. Sto organizzando una serie di azioni e iniziative che possano essere di aiuto e Le elenco quanto: . 1) adesioni di volontari qualificati (ho già quella della dott.ssa Enrica Manenti della sezione di Modena, ex direttrice della Biblioteca Maldotti di Guastalla e della Biblioteca del Collegio San Carlo di Modena, e sono in attes

XXXX Terremoto in Emilia. DA S.AGOSTINO - BONDENO - PIEVE DI CENTO

Da Lidia Bonini (della Provincia di Ferrara) tramite Enrica Manenti che trasmette ad A.M.Foschi (Regionale I.Nostra Em.Romagna - 22maggio 2012 ) ******* Cara Lidia, sono in contatto con Legambiente e con Italia Nostra. Se ci dovesse essere necessità di aiutare i colleghi in particolare archivisti a "tirare su" le carte di archivio fammelo sapere, così eventualmente possiamo organizzare qualcosa con qs. associazioni che sono accreditate con la protezione Civile per interventi di questo genere (io ovviamente sono disponibile). A presto Enrica Manenti ********** Ciao, tra ieri e stamattina ho telefonato ad alcuni bibliotecari dei centri colpiti dal sisma. Ovviamente le informazioni non sono molto precise, le colleghe non sono ancora entrate negli uffici, hanno fatto sopralluogi sommari dall' esterno ed hanno avuto notizie dai tecnici che sono entrati. Bondeno : in biblioteca sono crollati i pannelli del soffitto, l'archivio storico e' allagato. Sant&

Terremoto in Emilia. Lettera da Italia Nostra sezione di San Felice sul Panaro

Lettera di Anna De Rossi, Presidente della sezione di Italia Nostra di San Felice sul Panaro alla  Presidente Nazionale Alessandra Mottola Molfino tramite Marina Foschi, Regionale Emilia Romagna Carissima Presidente, sono Anna De Rossi, presidente della sezione di San Felice sul Panaro (MO). La nostra cittadina è stata colpita molto gravemente dal  sisma verificatosi nella giornata di ieri. I danni al patrimonio storico-architettonico ed artistico sono enormi. Nell'ordine: 1) la Rocca è rovinata parzialmente, in particolare la parte alta delle torri laterali dai beccatellli in su; il "Girone" (la Torre più alta e principale) è gravemente danneggiato presentando delle enormi fenditure a circa metà della struttura, compromessa sul piano statico e fuori asse: potrebbe crollare da un momento all'altro; 2) i tre "torrazzi" superstiti dell'antica fortificazione duecentesca sono tutti rovinati al suolo, compresi i due recentemente restaurati; 3) la Par

Guermandi: terremoto in Emilia, un disastro annunciato

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Continua ad allungarsi, di ora in ora, l’elenco dei danni al patrimonio culturale nell’area terremotata: inatteso, per ampiezza, per chi non ha conoscenza di questi luoghi.  E’ un tessuto di edifici e infrastrutture storiche diffuso capillarmente e per questo ne va respinta l’etichetta di “patrimonio minore”: proprio perché costitutivo del volto di intere cittadine e paesi, questo patrimonio ne rappresenta la stessa possibilità di esistenza. Non esiste Finale senza la sua torre dei Modenesi, Palazzo Veneziani, il Duomo, e neppure San Felice senza la Rocca, la parrocchiale eponima, la Canonica Vecchia , Villa Ferri (e la lista è solo esemplificativa, purtroppo). Non ci sono forse emergenze da lista Unesco, ma un vastissimo repertorio di strutture che, in particolare per quanto riguarda l’architettura militare o quella signorile, testimoniano, nel loro insieme, l’eccellenza monumentale complessiva di un territorio che, fino ad adesso, aveva saputo conservarle con saggezza e com

Cervellati accusa le norme permissive. Il colpo finale dal Rue di Cofferati (La Repubblica Bologna)

«Sono gli effetti di un regolamento urbano edilizio (Rue n. d. r.) che di fatto permette tutto» chiosa lapidario Pierluigi Cervellati, più volte inascoltato difensore del decoro estetico del centro e promotore negli anni ‘90 di una campagna contro il proliferare degli abbaini sui tetti della città antica. Significa che ci sono norme più permissive? «Col nuovo Rue, approvato nel 2008 da Cofferati e dall’ex assessore all´Urbanistica nonché attuale sindaco Virginio Merola, giostrando bene, si può fare quasi tutto. Dico di più: l’architetto che collaborò con Merola oggi è l’assessore competente, vale a dire Silvia Gabellini». Cos’è che adesso è consentito e prima non lo era? «Prenda il palazzo di piazza Otto agosto risalente alla fine del Settecento abbattuto recentemente: è una vicenda sconcertante. Si trattava di un edificio storico abitato che è stato spazzato via per costruire al suo posto un albergo e un garage sotterraneo senza peraltro curarsi più di tanto dei reperti arche